Incremento tariffe utilizzo impianti sportivi Comune di Palermo


A seguito dell’approvazione del Consiglio Comunale del rendiconto di gestione relativo all’esercizio 2018 e
della tabella prevista, è stata accertata la condizione deficitaria strutturale del Comune di Palermo rispetto
ai nuovi parametri approvati con il Decreto del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministro
dell’Economia e delle Finanze, del 28/12/2018. Tale condizione comporta, oltre che un controllo centrale su
diverse dotazioni della macchina comunale, anche un rischio di sanzione relativamente alla copertura del
costo di alcuni servizi, tra cui quelli cosiddetti ‘a domanda individuale’, la cui percentuale è stata fissata al
36%.
Il 26/11/2019, con prot. 125, il Collegio dei Revisori dei Conti ha rilasciato un parere in merito alle variazioni
di bilancio sulla situazione complessiva, prescrivendo gli interventi nei vari contesti, tra cui l’aumento delle
tariffe dei servizi a domanda individuale, affinché risultino idonee a garantire il tasso di copertura del 36%.
Tra i servizi a domanda individuale si annoverano quelli relativi all’utilizzo degli Impianti Sportivi, che
risultano, dalla tabella pubblicata dal Comune di Palermo (allegato 2 delibera n.240 del 23/12/2019), tra i
servizi con minor percentuale di copertura, – soltanto il 12.5 % – rispetto ad una media totale su tutti i servizi
del 20%, insieme agli Asili Nido (10.8%) ed ai Musei e Spazi Espositivi (5.5%).
Ciò premesso, al fine di poter l’A.C. operare una accurata analisi e rivalutare la situazione, pervenendo alle
corrette determinazioni in modo da raggiungere gli obiettivi che si è prefissata, si attenzionano alle SS.LL. i
seguenti punti:

  1. E’ evidente dalla tabella sulle coperture dei servizi, riportata nell’allegato 2 della delibera n.240 del
    23/12/2019, che i servizi che non hanno copertura sufficiente contengono costi di personale e costi sulle
    prestazioni di servizi che già da soli sono maggiori delle entrate ed incidono in modo eccessivo, ben il 95%,
    rispetto al totale dei costi.
  2. Qualunque intervento strutturale di controllo di gestione per qualsiasi attività/azienda/iniziativa,
    indipendentemente dalla dimensione della stessa, oltre che da un aumento delle entrate – che peraltro non può essere certo, tenuto conto delle regole di mercato – deve passare da un contenimento o abbattimento
    dei costi.
  3. Un intervento si definisce strutturale quando le azioni agiscono principalmente sui costi fissi e non
    solamente sui costi variabili.
  4. L’aumento delle tariffe, che possiamo definire quindi dei ‘prezzi di listino’, di un prodotto/servizio,
    non assicura l’aumento delle entrate, se non a fronte di un significativo miglioramento qualitativo dello
    stesso.
  5. Per riequilibrare i parametri sopra indicati appare conducente una razionalizzazione dei costi del
    lavoro, non necessariamente tradotta in tagli, attraverso una redistribuzione delle unità lavorative. Sarebbe
    utile, ad esempio, destinare parte del personale assegnato agli impianti sportivi con mansioni non pertinenti
    con la conduzione degli stessi o in esubero rispetto alle attività di gestione degli stessi a servizi diversi da
    quelli a domanda individuale. L’Ufficio Sport può dare indicazioni precise a tal proposito, già condivise,
    studiate e rappresentate dal nostro Consorzio.
  6. Con riguardo alla possibilità di ridurre i costi dei servizi segnaliamo che la manutenzione ordinaria e
    straordinaria degli impianti sportivi, generalmente affidata alla AMG, potrebbe in maniera certa essere
    ottimizzata, riuscendo ad individuare attraverso una adeguata indagine di mercato, soggetti terzi con
    medesima professionalità e competenza ma a costi notevolmente inferiori.
  7. Sempre in riferimento alla auspicata riduzione dei costi dei servizi si segnala che, considerato lo stato
    in cui versano gli impianti sportivi, un’adeguata programmazione delle attività manutentive determinerebbe
    certamente un forte miglioramento delle performance degli impianti. Tale attività condurrebbe infatti, ad
    una drastica riduzione dei numerosi interventi di manutenzione straordinaria che attualmente oggi vengono
    effettuati con elevata frequenza, determinando un aggravio di costi non indifferente ed incidendo anche sulla
    voce degli acquisti che occorre effettuare per sostituire apparecchiature che si deteriorano a causa della
    carente manutenzione ordinaria.
  8. Pur riconoscendo la necessità di un circoscritto aumento delle tariffe, non si ritiene conducente
    legarlo ad una mera variazione percentuale basata su un calcolo aritmetico, ma occorre tenere conto del
    contesto, delle finalità, delle implicazioni sociali e delle diverse categorie di utenze coinvolte.
  9. Indipendentemente da quanto sopra relazionato, l’aumento immediato delle tariffe degli impianti
    sportivi è INCOMPATIBILE con le attività sportive già programmate a luglio 2019 ed avviate a far data dal 1
    settembre 2019, dalle società sportive che svolgono attività agonistica. Con la stagione sportiva al suo
    culmine, strutturata quindi su entrate ed uscite certe, una variazione percentuale ben oltre quella
    dimensionabile per eventuali imprevisti, di qualche punto percentuale, non può essere in corsa stravolta e
    comporterebbe in modo pressocché automatico la definitiva interruzione delle attività associative in
    mancanza della sostenibilità delle uscite con gravissimo nocumento per l’intero movimento sportivo
    cittadino.
  10. Le tariffe sugli impianti sportivi si riferiscono alle attività agonistiche, che seguono obblighi federali,
    all’utenza pubblica che svolge una autonoma attività di passatempo sportiva ed anche ad eventi con mere
    finalità commerciali. Ognuna di queste deve avere tariffe dedicate e differenziate. Capita ad esempio che una
    società sportiva che deve giocare una partita di Campionato Nazionale che impegna l’impianto sportivo
    comunale per poco più di un’ora, si trova a pagare la stessa tariffa di una manifestazione organizzata con
    meri fini di lucro che impegna il medesimo impianto sportivo per oltre 10 ore.
  11. Tariffazione adeguata all’utilizzo degli impianti sportivi per grandi eventi come concerti e spettacoli,
    rapportando le tariffe ai ricavi che tali eventi procurano agli organizzatori, tenendo conto anche dello stato
    in cui tali impianti vengono poi restituiti all’utenza sportiva.
  12. Eliminazione di gratuità non giustificate, che tolgono spazio ad attività che possono procurare
    entrate. Ad esempio per addestramento di categorie il cui corso e relativo attestato prevede invece il
    pagamento diretto dell’utenza agli enti organizzatori.
  13. Evitare di stabilire tariffe fuori mercato o confrontabili con eguali servizi prestati da impianti privati,
    che al contrario delle aspettative obbligherebbe l’A.C. a ridurre drasticamente la stima preventiva delle
    entrate previste a bilancio. Non si può infatti, non tenere conto dei gravi disagi degli utenti che oggi fruiscono
    degli impianti pubblici, per le carenze strutturali degli stessi che non rendono neanche lontanamente
    paragonabile la qualità dei servizi di strutture private rispetto a quella offerta dagli impianti pubblici oggi
    funzionanti.
    In riferimento poi alle tabelle pubblicate appare evidente che il riequilibrio dei conti e dei parametri indicati
    gli interventi da parte della A.C. devono riguardare un mix di interventi sia sul fronte entrate ma,
    principalmente su quello dei costi e delle uscite. Un mero esercizio contabile delle stesse tabelle infatti,
    facilmente conduce ai seguenti esiti:
    Un aumento medio delle entrate del 40% con contestuale riduzione dei costi del 20% porterebbe il parametro
    di controllo rappresentato dal rapporto tra le entrate e le uscite al 37% in linea con quelli ritenuti idonei.
    Riteniamo e ribadiamo che un intervento strutturale per risolvere le criticità che il metodo parametrico, per
    rilevare i gravi squilibri di bilancio dei comuni, contenuto nel decreto del Ministero delle Finanze, non può
    trovare soluzione con un solo aumento delle entrate e quindi delle tariffe, ma deve necessariamente passare
    da un processo logico più ampio e articolato, che tenga conto ad esempio di quanto riportato nei punti sopra
    esposti.
    E’ evidente inoltre che l’intervento prescritto dal collegio dei revisori si riduce ad un aggravio sul cittadino e
    non costituisce alcun intervento gestionale che l’amministrazione dovrebbe intraprendere e che sta alla base
    del decreto che si vuole applicare.
    Al contrario, con riferimento all’ambito sportivo siamo certi che un aumento delle tariffe in un contesto come
    quello attuale ridurrebbe drasticamente le attuali entrate del Comune, perché utenti e società sportive
    rinunzierebbero certamente allo svolgimento dell’attività finora svolte e gli indicatori peggiorerebbero in
    modo irreversibile.
    Sul tema in Italia e nel Mondo esistono studi e situazioni di fatto che supportano e confortano le questioni
    da noi sopra esposte.
    Vi invitiamo quindi ad affrontare la questione con la dovuta competenza ed attenzione, per scongiurare una
    situazione di grave difficoltà che potrebbe coinvolgere un intero ambiente, quello sportivo, che già vive
    grosse difficoltà quotidiane. L’intera Città di Palermo subirebbe certamente un grave contraccolpo.
    Rimaniamo a disposizione come sempre per un sano e costruttivo confronto, forti delle competenze,
    dell’esperienza e della lealtà che ci contraddistingue.
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